il Pomodoro Pachino

Stavo leggendo la storia del pomodoro pachino (molto ma dico molto istruttiva, consiglio di leggerla), quando, trovandolo molto interessante e istruttivo, cerco il link per condividerla via email o anche via facebook con gli altri.
Sorpresa: non c'è nessun link utile allo scopo (*).

Quella di condividere qualcosa con gli amici in rete è diventata una cosa talmente scontata che il fatto che un sito non preveda questo meccanismo mi ha sconcertato un bel po'.
Eppure non esisteva niente del genere fino a qualche anno fa. Se trovavo un link interessante dovevo copiarlo e poi allegarlo ad una email se volevo far conoscere ad altri.
La potenza del web2.0, di wikipedia e di facebook: se trovo qualcosa in rete che mi piace/interessa, lo posso subito condividere con qualcun altro ritenendo che possa piacere/interessare anche lui.

Ma questo non succede solo in rete. Quante volte abbiamo visto qualcosa, fotografato con il cellulare e spedito a qualcuno, o semplicemente l'abbiamo chiamato per dargli la notizia nell'attimo che la vivevamo. Oppure per la differita abbiamo pensato di metterlo quanto prima sul blog/facebook.

Siamo oltre l'era della comunicazione, siamo in quella della condivisione. Quella in cui dobbiamo vivere le esperienze sempre in compagnia di qualcuno e poco importa che non sia fisicamente presente, la tecnologia ci raggiunge ovunque e ovunque non ci lascia mai soli.
Non solo siamo solo circondati da una montagna di informazioni veicolate da un sacco di mezzi (giornali, tv, radio, internet), ma tutte queste notizie sono continuamente rilanciate da noi stessi che ne diventiamo megafoni e filtri di tutto quello con cui veniamo in contatto. Siamo centri di divulgazione di notizie varie.
E quando non divulghiamo, siamo oggetti delle divulgazioni degli altri. Siamo vittime attive di questo sistema di inondazione di informazioni in cui è impossibile seguire tutti i flussi e, ancor peggio, è difficile trovare le vere notizie che ci interessano o che ci potrebbero realmente interessare. Perché le notizie si susseguono veloci e spesso siamo distratti da altre informazioni.

Quando il troppo stroppia.

Non per questo siete costretti a leggervi la storia del Pomodor Pachino IGP, vanto della ortoproduzione italiana. Potete continuare a mangiarlo anche senza sapere che è stato inventato da una azienda israeliana e introdotta la sua coltivazione in Italia solo nel 1989.






*) o frose semplicemente non l'ho trovato

È un C! È un bel C!

Post volutamente criptico perché qui si balla ancora in una giungla.

Devo ammettere che io di SPS non avevo capito niente e non credo che A avesse maggiori barlumi di me sull'argomento.

Finora avevo visto SPS sempre legato all'ambiente O, anche perché mi era stato presentato come un prodotto che si integra e lavora con gli altri prodotti di O, tanto che gli altri prodotti di O lo riconosco come uno di loro, anzi di più SPS si serve di alcune parti di O per funzionare al massimo delle sue potenzialità.

È talmente integrato con gli altri che lo avevo sempre visto come un pezzo di O, ne più ne meno di come lo sono gli altri.

D'altronde come pensare diversamente quando SPS deriva da un vecchio pezzo di O e quando anche MS lo posiziona appieno dentro O.

Però SPS ha un altro aspetto e lo si vede fin da subito. Per funzionate ha assoluto bisogno di una macchina WS ben configurata, non solo si serve di .N e si A (un'altra A, non quell'A di sopra) e poi si integra così bene con I che diventa difficile toccare uno senza influire sull'altro.

Ma uno non ci pensa, o almeno io che sono nwb non c'ho pensato. Così ho iniziato ad usarlo e se non fossi imbecille avrei dovuto capire che c'era molto più di quello che sembrava.

Ma ancora venivo tratto in inganno da quanto veniva mostrato e raccontato. Tutto era incentrato sul'uso che se ne faceva con O e di quanto fosse utile per chi lavora con O. Tutto lasciava pensare che SPS fosse solo per chi lavora con O.

Finché per caso non ho trovato un link che mostrava un sito, un sito all'apparenza come tanti altri e quindi fatto come tanti altri con le solite tecnologie.

E invece no, parola dell'autore il sito è fatto con SPS. Si certo non solo, c'è anche qualcosa altro, ma il motore principale è SPS. E a quanto pare non è il primo che viene fatto così.

Beh cazzo, mi si è aperto un mondo nuovo. Altro che solo O, SPS è un C a tutti gli effetti ed è capace di fare cose che funzionano alla grande anche senza O.

Insomma devo ricredermi e cominciare a guardare SPS con maggior interesse, anche perché se nei fatti è un C, allora deve in qualche modo funzionare come tutti gli altri e quindi accettare le regole di base di tutti i C che vogliono stare sulla rete. Infatti ho già approciato SPS in modo un po' dieverso, andando a smanettare da dietro.

Ovviamente stiamo parlando di una cosa MS e quindi è si un C e di base funziona un po' come tutti gli altri, però ha le sue convenzioni è queste non saranno di certo come quelle degli altri.

Si è un C, non un F, perché per funzionare usa l'ormai noto F di MS.

risposte senza domande

mi divido tra tante cose che devo fare e un bel po di altre cose che vorrei fare e tutte, singolarmente che richiedono molto tempo per impararle bene.
e poi siccome sono imbecille riesco anche a fare cose per perdertempo.

Si direi che va bene

imbecillità

E' una vita che penso prima agli altri, una vita che mi preoccupo degli altri.
Gli altri sono così presenti che ho sempre voglia di mandarli a quel paese, tutti chi più chi meno. Perché ho sempre pensato che fosse comunque colpa degli altri. Almeno grosso modo.
E invece no.
Invece il mio problema sono io. Che imbecille (senza ironia).

Forse io l'ho interpretato in modo un po' diverso, forse l'autore intendeva qualcos'altro. Ma d'altronde io sono imbecille (senza ironia per davvero) e mi posso permettere di arrivare a conclusioni diverse.

Gli altri se vogliono si facciamo le proprie conclusioni leggendo qui. Poi cazzi vostri.

Siti Multilingua 3

con questa terza parte potete fare un sito multilingua davvero figo, sempre su risorseweb

Siti Multilingua

Seconda parte per fare un sito multilingua, adesso c'è anche il geo-localizzatore, al solito su risorseweb

L'opzione sbagliata

È un periodo che finisco per litigare un po' con tutti. Meno frequento quel qualcuno e più è facile che finisco per dire o fare o anche non dire o non fare qualcosa per cui quel qualcuno se la prende. Magari non si arrabbia però un po' si offende.

Non lo faccio apposta, non lo faccio con cattive intenzioni e che se qualcosa non mi piace io lo dico: non mi piace, si poteva fare diversamente, io avrei fatto diversamente. Cerco sempre di accompagnare le mie critiche con proposte alternative.

Non lo faccio apposta e faccio prontamente anche le mie scuse. Non mi faccio problemi a riconoscere quando esagero. Però, però non è che posso chiedere scusa per quello che sono o per quello che penso.

Per esempio c'è un quel qualcuno che suona in un gruppo, vogliono esserci su facebook come tutti e cosa fanno? Si inventano un profilo come se invece di un gruppo fosse una persona. Mai sentito parlare delle "pagine"? Facebook le ha inventate apposta. In alternativa esistono anche i "gruppi". Sono dei profili speciali pensati proprio per gruppi musicali, associazioni, aziende o altri enti che non siano persone private.

Le differenze tra un profilo personale e una pagina o gruppo sono esteticamente poche, ma dal punto di vista funzionale sono determinanti.

Una su tutte: se crei per la band un profilo personale poi mi costringi a chiederti l'amicizia per essere aggiornato su quello che fate. Peccato che come amico, questa band abbia accesso a cose del mio profilo che non mi va che le veda una band di sconosciuti. Inoltre il mio home sarà intasato di tutte le amicizie che la band farà.

Poco male, a questo posso rimediare ponendola nella lista dei bloccati.

Però come profilo personale nella scheda delle info non puoi indicare che genere di musica fate, chi siano i componenti e altre informazioni specifiche per la band. Inoltre non avete la possibilità di sfruttare facebook per farvi promozione attraverso il suo canale pubblicitario.

Insomma avete fato una cazzata, perché siete informaticamente ignoranti e soprattutto non avete capito un cazzo di cosa è facebook e di come funziona. Ma siete in buona compagnia, la mia lista dei bloccati è piena di locali, band e deejay che hanno fatto lo stesso errore.

Si che a volte basta fermarsi un attimo a pensare, chiedersi che cosa sto facendo, magari chiedere aiuto a qualcuno che ha già fatto e ottenuto dei successi(*) o anche semplicemente basta leggere le guide online. C'è ne sono anche su facebook, fatte da facebook stesso per spiegare alla gente come usare facebook.

Forse io tutto questo le ho dette male e forse lasciare due righe appena in un commento di quel qualcuno non è certo stato il massimo in termini di buona educazione, forse sono stato troppo brusco. Ma sono della idea che il modo migliore di dire le cose è dirle in modo diretto e chiaro. Oppure tacere del tutto. Che forse non era neanche l'opzione sbagliata.

*) non chiedete aiuto a qualcuno che sa perché dice si sapere, chiedete aiuto a qualcuno che fa e solo dopo che vi ha mostrato quello che ha fatto. Magari ne sa un po' meno, però sa dove mettere le mani quando serve e questo è quello che serve in tutti i casi.