Per fortuna la verdona c’è



La MotoGP è dominata dalle giapponesi Honda e Yamaha che si dividono podi e successi, e poi c’è la verdona Kawasaki che malgrado un passato glorioso, si è tirata fuori dalla massima competizione, ma continua a produrre moto interessanti, soprattutto in altri settori (1)
Così anche nella fotografia il campionato delle reflex è dominato da Canon e Nikon, e poi c’è la verdona Fuji, dal passato glorioso, che non fa produce più reflex, ma che ha comunque in catalogo prodotti interessanti soprattutto tra le bridge.





La Fuji prima dell’era digitale produceva una delle migliori pellicole fotografiche: la Velvia. La 400iso poi era anche la mia preferita. Praticamente fotografo senza flash anche in casa e la resa dei colori era semplicemente fantastica. Il calore dei toni e il contrasto di ombre luci dava alle stampe un qualcosa in più rispetto ad altre pellicole. Non parliamo del digitale, che non c’è proprio paragone.
Anche senza capire molto di tecnicismi e altro, la Velvia400 era la mia preferita rispetto alle KodakGold o alle Agfa.


Ho scoperto dopo che la Fuji oltre alle pellicole faceva anche macchine fotografiche reflex, soprattutto per i professionisti, e lenti e ottiche di qualità, anche queste soprattutto per mercati professionali, in particolare per applicazioni video o particolari come le attrezzature mediche (2).
Poi è arrivata l’epoca del digitale e le pellicole 35mm sono rapidamente estinte, e con la loro fine sono andati in crisi le case produttrici.
Agfa non so che fine abbia fatto. Kodak è messa male e cerca di sopravvivere in qualche modo.
Fuji invece era pronta e ha retto abbastanza l’urto.


La Fuji è stata una delle prime a mettere in listino una reflex digitale professionale, apprezzata soprattutto dai fotografi per matrimoni (3). Ma non solo, ha sempre avuto una ampia gamma di macchine compatte.
Il suo punto di forza è stato fin dall’inizio il suo sensore CCD dove ogni punto di fotoricezione era costituito da due sensori cmos: uno grande e uno piccolo per migliorare il range dinamico senza peggiorare il rapporto segnale-rumore (4)
Però probabilmente sviluppare una linea di macchine reflex deve essere qualcosa di costoso e così mentre Canon e Nikon iniziano a sfornate reflex digitali a raffica, differenziando i prodotti in modelli consumer, semi-pro e professionali, Fuji segna il passo e si concentra sulle bridge o le superzoom e le compatte.


Cosa che gli riesce molto bene. Soprattutto le bridge che si distinguono per un rapporto prezzo prestazioni migliori rispetto alle analoghe di Canon e Nikon. In più la tecnologia del loro particolare sensore permette rese cromatiche migliori e paragonabili alla resa che dava la Velvia.
Qualche anno fa ci prova ancora e con l'aiuto di Nikon presenta una reflex di tutto rispetto: la S5-Pro. Sul corpo della Nikon D200 monta il migliore dei suoi sensori e un processore dedicato per elaborare le immagini in grado per la prima volta di  simulare la resa cromatica delle vecchie pellicole Fuji. In anni in cui si dibatteva ancora sul fatto che un sensore digitale non potrà mai uguagliare la resa di una pellicola, questa è una vera mazzata.
La S5-Pro è stato il mio oggetto del desiderio per diversi anni. Meccanica Nikon, lenti Nikon, accessori Nikon, ma sensore CCD Fuji: cosa voler di meglio. Purtroppo la S5 invece di segnare il rilancio della Fuji, ne ha segnato il declino.

Non ho ide di come funzioni la gestione finanziare di sviluppo di una macchina fotografica, però guardando qual è l’offerta dei prodotti posso fare delle supposizioni.


Canon e Nikon si sono rincorsi a colpi di reflex mettendo in listino sempre modelli aggiornati e diversificando i modelli da quelli meno costosi per i semi-pro ai modelli più sofisticati per i professionisti veri. Però l’offerta di compatte e bridge non era vastissima: giusto qualche modello per coprire le varie richieste. Anzi ad un certo punto NIkon non aveva una bridge degna di questo nome.


Fuji di contro aveva praticamente una sola reflex, ma diverse bridge: dalle più sofisticate alle più modeste ed economiche. Anche tra le compatte la varietà non mancava. C’erano i modelli in più colori, quelle sottili, quelle con più zoom, quelle più semplici, quelle con più funzioni e perfino una water-proof.
Quindi l’idea che mi sono fatto è che progettare una reflex digitale sia costoso e che quindi Canon e Nikon hanno dovuto sacrificare i modelli bridge e un po’ anche le compatte. Invece Fuji, dovendo sostenere per un po’ anche lo sviluppo delle pellicole ha scelto di puntare sui modelli bridge la cui progettazione costa meno delle reflex. Però ha perso quel treno. La S5 in qualche modo ha forse rappresentato un tentativo di riprendersi uno spazio in quel mercato, che però nn ha funzionato (5).
Non so come è andata, ma la S5 non è rimasta in listino per molto ed è sparita senza lasciare eredi.
Le bridge, che all’inizio sembravano delle piccole reflex, sembravano involversi di modello in modello. A fronte di più pixel e più zoom (come voleva il mercato) la qualità dei materiali, le funzionalità da semiprofessionali, e altre cose diminuivano tanto che sembravano più delle compattone esagerate piuttosto che delle semi-pro.
Anche il loro vanto i processori CCD con le coppie di sensori per aumentare la dinamica di ripresa, cominciava ad essere usato sempre meno e sostituito con comuni sensori CMOS presi in stock.
Per un po’ ho temuto che per Fuji fosse iniziato il declino e che presto sarebbe finita come Kodak o come Minolta.


Invece il colpo di genio.
Questi qua tirano fuori da chissà dove la X100. Una compatta in stile retrò, corpo in metallo satinato, rivestimento in pelle, una sola ottica fissa e senza zoom, comandi a ghiere manuali senza automatismi, mirino ottico e poco più, ma con un sensore grande come quelli usati sulle reflex. Il boom. Vendite a go-go tanto da non stare dietro alle richieste. Alcuni pazzi pur di averla subito la pagano anche il doppio su eBay.
Il successo è tale che arriva anche la X10: sempre una compatta style anni 70, un processore più piccolo per poter montare un ottica con un po’ di zoom, un misero 4x in un mondo dove la compatta più scarsa ormai viaggia a 10x. Per il resto al solito, ghiere mirino ottico e tanta semplicità.
Ma non solo hanno da poco presentato la X-S1. Una bridge che promette si essere un degna rivale delle reflex entry-level e magari anche un po’ di più. Finalmente una bridge di qualità alta e per fortuna non dal look retrò.
Non è finita perché hanno già detto in via ufficiosa che il prossimo anno presenteranno al mirrorless (6)!
Dai rumors pare che sarà una X-qualcosa (X-1?) e che avrà uno stile retrò, una specie di X100 con ottiche intercambiabili





  1.  Non mi intendo molto di moto ma mi piaceva il parallelismo tra fotografia e moto, e poi sia Kawa sia Fuji hanno il verde come colore aziendale.
  2. In pure stile giapponese la Fuji fa molto di più, anche biciclette
  3.  Non mi sono mai spiegato come mai
  4. Forse non sono stato tecnicamente corretto, ma chi se ne frega
  5. Secondo me la partnership con Nikon è finita quando questi si sono resi conto che la S5, fatta con i pezzi della vecchia D200, rosicchiava troppo mercato alla nuovissima D300. Sempre per via di un rapporto prezzo/prestazioni invidiabile. la S5 andava quasi come una D300 ma costava quasi la metà. Si parlò di una S6 fatta con i pezzi della D700, ma restò un rumors.
  6. Segno che la X100 nn è nata per caso ma c'è dietro una chiara strategia commerciale di rilancio



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