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tornare a correre

Correre.
Correre e nn pensare a niente.
Correre seza cardio, sena cronometro.
Correre senza obbiettivi, senza mete, senza traguardi.
Correre e basta.
Correre per correre
Correre.

il tempo è uomo d'onore

Prima o po mi tocca fare i conti che lo cose tralasciate.
Cose trascurate, cose lasciate dietro, cose che farò, cose non adesso che non ho tempo.
Ecco il tempo alle volte è ciclico e si ripresenta a chiedere conte delle cose non fatte a suo tempo.
E non che adesso ho più tempo di allora, però adesso non c'è più tempo da perdere.

Buoni Propositi (dettagli)

Devo diventare più veloce.
Per arrivare ai ristori prima della massa.
Per non fare la fila al pacco gara.

Stavo incubando

I pre-segnali di pre-sintomi di pre-malanni di pre-stagione erano esatti. Stavo incubando una manciata di bacilli che i miei anticorpi non sono riusciti a fermare.

Il "pensa positivo", il "resta al caldo", la dieta a base di aspirina non sono serviti. Ho perso la battaglia contro i bacilli che hanno avuto campo libero per fare quello che sanno fare meglio: mangiare e bere a sbaffo, fare casino e mettere tutto a soqquadro.

Così, intanto che riorganizzo le difese, devo convivere con raffreddore, tosse e spossatezza.

Ovviamente domani non si corre. Ai voglia pensare a fare un passo avanti l'altro, ai voglia che la testa resta li concentrata tutto il tempo se poi il corpo non le va dietro, se il corpo non collabora e usa le energia per produrre linfociti T con i controcoglioni.

Oh certo si può anche andare a fare l'eroe. Chissenefrega di un po' di raffreddore, chisenefrega se non respiro bene, se i vari muscoli qua e la sono indolenziti e se sono leggermente disidratato. Machisenefrega. Devo solo correre 21097 metri dove devo ossigenare e idratare tutte le fibre muscolari mentre sono costrette a bruciare tutto quello che trovano, fino a cannibalizzarsi.

Che poi lo farei anche, ma la prossima settimana ho un po' di impegni e vorrei esserci. Non ultima la corsa della prossima Domenica.

un passo davanti all'altro

Oggi ho fatto l'ultimo allenamento tirato prima di domenica.
Sono modearatamente ottimista sulla possibilità di centrare l'obbiettivo desiderato, anche se permangono delle riserve.
E' dalla prima di Maggio che non corro la distanza per intero, il ginocchio fino ad oggi ha fatto il bravo, ma potrebbe non durare.
Ci sono segnali che sto incubando qualche pre-malanno da pre-raffredamento, gola inffiamata, stomaco che borbotta. Il corpo potrebbe non sosternermi con il massimo dell'energia.
Il meteo mette pioggia, comunque brutto e forse freddo. Insomma non propriamente una giornata ideale.
Ma non sono scude accetabili. Oggi ho capito che devo restare concentrato su di me, pensare solo a mettere un passo davanti all'altro. Nn devo pensare ad altro.

Forma abbastanza

Due giorni fa ho fatto 3km a circa 5min di media.
Oggi un quasi-lungo di oltre 13km in poco più di 1h 10min

Potrebbe sembrare poco, ma per come mi sono non-allenato questa estate è invece abbastanza.
Abbastanza per pensare di non essere troppo fuori forma; malgrado il chiletto messo vicino riesco ancora a fare i tempi di questa primavera.

Abbastanza per essere pronto fra 4 settimane e provare a eguagliare il mio personale sulla mezza e poi provare ad abbassarlo in quella della Stellata.

Anche perché intorno a me i nemici stanno aumentando e non vorrei rimanere troppo indietro.



Scarpe da ritirare

Posso dire di avere una certa esperienza. In pochi anni questa sarà forse la decima volta che mi capita e ormai lo capisco subito. I segnali sono eloquenti. Anche queste scarpe da running sono arrivate alla fine delle loro corse.
I segnali come al solito sono chiari.
Iniziano dai talloni. Ai primi passi un dolore sordo e passeggero che indica che stanno sbattendo più duro del solito sull'asfalto.
Poi è la volta dei tendini delle cosce che non reggono più la fatica degli allenamenti.
Ma questi sono tutto sommato segnali lievi che come vengono così scompaiono e spesso faccio finta di niente. Lo so che le scarpe hanno accumulato un bel po' di chilometri ma cerco sempre di rimandare il più possibile il giorno del ritiro.
Ma il segnale che il momento è giunto e non si può più procrastinare lo danno le ginocchia.
Stranamente non ci sono dolori durante la corsa, ma il giorno dopo mi sembra che qualcuno mi abbia dato delle sonore martellate sulle rotule. Ogni passo è un dolore, ogni piegamento è un chiodo battuto sull'osso; e non ho pace neanche se sto fermo.
È il segnale: è venuto il momento di ritirare le scarpe e non usarle mai più per correre.
Quindi anche per le Brooks Defyance 2 del 2009 sono arrivate al capolinea dopo circa 680 chilometri (cifra per difetto).
Certo dispiace, a vederle sembrano ancora nuove. Una lavata, un spazzolata per togliere la polvere e la terra accumulata e tornano belle e lucide come se non avessero in realtà corso tutti quei chilometri.
Anche la suola tutto sommato non mostra grosse evidenze di consumo.
Però è dentro, è li dove non si vede, li, in mezzo tra suola e intersuole, tra i vari strati di materiali sofisticati che si è accumulata tutta la strada fatta. Li, dove la tecnologia sosteneva il piede e ammortizzava i passi, che si è consumata ed è diventata vecchia.
Forse potrebbero durare ancora un po', ma la sola idea di passare un'altra giornata con le ginocchia inchiodate e doloranti mi fa passare la voglia di usarle ancora. Quindi senza troppi rimpianti che andranno a far compagnia a tutte le altre che le hanno precedute.

Per un paio di scarpe che vanno, c'è ne già pronto un altro.